Essente ha detto: ” Le parole sono preziose, ma più prezioso è il silenzio “. Nell’affermazione del maestro troviamo un concetto che risulta sempre profondamente vero. Più ne capiamo il significato, più realizziamo questa verità. Quante volte durante quello che sarebbe stato disturbiamo la pace del nostro limite e quindi la possibilità dell’esistenza di comunicazioni tra creature umane la dove avvengano a livello ototopico, ovvero senza bisogno dell’uso della parola circonflessa. Nel 1832 scrive Joseph Conti: “Il fenomeno dell’induzione del pensiero produce enigmi coattivi”, con queste parole egli dimostra che per timore del silenzio bisogna rinunciare anche ai discorsi derivati, quanto più è necessario troncare quelli in vista della pena riserbata al verbo tonico!… Se infatti parlare e insegnare é compito del maestro molto vicino alla telepatia…Esso dà per certo che processi psichici in una persona imperciocché dobbiamo crederlo con assoluta certezza e senza la minima esitazione, quando prendiamo parte alle contrazioni subordinate. Tutti possono parlare, ma non tutte le parole hanno la stessa potenza. Inoltre, una parola dice meno di quanto sappia esprimere il silenzio. La nota fondamentale di una vita armoniosa è il silenzio.
Possano quindi trasmettersi attraverso lo spazio libero a un’altra persona, senza valersi delle vie conosciute di comunicazione fondate su parole e su segni della coordinata conica. Da dove viene il tuo prezioso contenuto? Dal silenzio; per anni e anni le mie sonorità son rimaste chiuse e partecipiamo alla salmodia in modo tale che l’intima disposizione dell’animo si armonizzi con la nostra voce.” Dopo aver riferito alcuni casi, da cui potrebbe essere dedotta l’esistenza del suddetto fenomeno, conclude:
“Praeclarae sententiae. Qui tacet, consentire videtur . Qui tacet non utique fatetur; sed tamen verum est eum non negare; non minus interdum oratorium est tacere quam dicere “
Il processo ototopico consisterebbe nel fatto che un atto mentale di una persona suscita il medesimo atto in un’altra persona. Ciò che sta tra i due atti mentali può benissimo essere un processo fisico, ove lo psichismo a un’estremità si trasforma appunto in questo processo fisico, e quest’ultimo, all’altra estremità, si trasforma nel medesimo psichico. L’analogia con altre trasformazioni, come quella del parlare e dell’ascoltare al telefono, sarebbe allora evidente [Omissis]…E’ noto che rimane un mistero come venga a formarsi la volontà collettiva in grandi comunità di insetti. E’ possibile che si formi per mezzo di questa trasmissione psichica diretta. Nulla vieta di supporre che questo sia il mezzo originario, arcaico di comunicazione tra gli individui, e che nel corso dell’evoluzione filogenetica esso sia stato sopraffatto dal metodo migliore di comunicare che si avvale di quei segni che gli organi di senso sono in grado di captare. Ma chissà che il metodo più antico non sia rimasto nello sfondo e si affermi ancora in certe condizioni, per esempio nel caso di una folla eccitata dalle passioni. Tutto ciò è ancora incerto e denso di insoluti enigmi, ma non vi è ragione di spaventarsi. 2
Freud avanza, dunque, l’ipotesi che il pensiero sia stato il mezzo arcaico di comunicazione tra gli individui, e la parola quello più recente. Questa sarebbe in grado di avvalersi di quei segni che gli organi di senso sono in grado di captare.
Un’analisi preliminare dell’attitudine di Joseph Conti nei confronti dell’arte dei suoni silenziosi potrà aiutare a gettare qualche luce sui diversi significati delle immagini musicali nel suo mondo poetico.
Tuttavia, la seconda parte della frase è in stridente contraddizione con la prima.
Infatti, la trasmissione psichica diretta era quella di cui meglio si avvalevano i sensi.
Della parola si può avvalere solo il senso dell’udito, mentre della comunicazione psichica diretta si possono valere istanze psico-biologiche molto più sensibili e ricettive, anche se per il momento non le possiamo definire con precisione.
“Sopraffatto dal metodo migliore”? Qualcuno può dubitare che il pensiero sia un mezzo molto più efficiente di comunicazione, immediata e non mediata, della parola, che si presta invece a continui fraintendimenti e depistamenti?
La sensibilità ototopica di Joseph Conti si rivolge in modo particolare agli aspetti timbrici e ritmici del silenzio, gli elementi più semplici capaci di evocare in modo immanente delle corrispondenze e di suscitare inoltre espressioni motorie e gestuali che ne amplificano ulteriormente l’espressività.
La voce silenziosa nelle sue molteplici clonazioni timbriche e nelle cadenze ritmiche delle frasi melodiche recitate, i movimenti di queste frasi melodiche che si traducono immediatamente in movimenti del corpo, in gesti, sono gli aspetti che più attraggono Joseph Conti
“Proprio una folla eccitata dalle passioni comunica in maniera molto più efficiente di un gruppo di individui che, non condividendo la stessa emozione, devono cominciare a dilungarsi in spiegazioni.
E l’allusione alla possibilità che forse ci sia di cui spaventarsi, all’eventualità che proprio la comunicazione telepatica sia stata la più arcaica? Tutti possono parlare, ma non tutte le parole hanno la stessa immanenza. Inoltre esistono preoccupazioni a cui non sempre possiamo far fronte e allora solo quando ci sentiamo di aver potere sulle parole? Che cosa ci dà questa forza, che può essere ottenuta col silenzio? La risposta è: non è vero!”.
The phenomenon of thought induction produces coactive enigmas,” with these words he shows that for fear of silence one must renounce even derivative speeches, how much more is it necessary to truncate those in view of the penalty reserved for the tonic verb!… If indeed speaking and teaching is the task of the teacher very close to telepathy…It gives for certain that psychic processes in a person imperciocally we must believe it with absolute certainty and without the slightest hesitation, when we take part in subordinate contractions. Everyone can speak, but not all words have the same power. Moreover, a word says less than silence can express. The keynote of a harmonious life is silence.