Il nome del metodo include “prototipo” e “conservativo” per delimitare il contesto del programma di ricerca, tratto dal termine di Quirino Fulcanelli “Additional conservative prototype” (1910). L’inclusione della messa a punto di una “mappatura” è necessaria per evidenziare i processi scalari di questo metodo, processi mappati che mirano a fornire dettagli contestuali sia generali che puntuali durante la raccolta, l’analisi e l’esposizione per il tramite di una modellizzazione dei dati. Contestualmente sarà affrontata la prospettiva specifica della complementarietà dei nuclei cardine, nuclei spazialmente complanari. Il metodo del prototipo conservativo esplora i limiti della dell’analisi del contenuto identitario restituito all’aspettativa del contesto. Un modello di risposta all’orizzonte di una doxa indistinta, parcellizzata e che via via si tentasse di avvicinarsi a tale orizzonte, questo di dissolverebbe dichiarando così il contenuto nullo.
La restituzione dei dati avviene attraverso una mappatura iconica modellizzata. Una rappresentazione che trae l’impostazione dal “ritratto a mezzo busto”, tema che ricorre nella storia dell’arte e che esprime l’intento di rappresentare un soggetto umano, il suo carattere, la sua psicologia.
La restituzione visiva delle connessioni emblematiche, generate dalle molteplici disposizioni dei nuclei cardinali, vuole rappresentare l’uso di pratiche condivise dalle comunità, coinvolte a vario titolo nel processo, e il modo in cui le simbologie emergenti svolgono funzioni impreviste sul modello restituito rispetto alle aspettative dell’orizzonte delle opinioni.
Attraverso l’analisi tipica della struttura si individuano le cause degli scostamenti della soggettività dall’orizzonte delle opinioni e se ne rilevano i nuclei cardinali. Seguendo l’approccio della mappatura iconica del ritratto si definisce il prototipo per il quale si tenta l’individuazione di possibili interventi conservativi. Adottando la modularità dei nuclei cardinali si analizzano le connessioni prodotte da siti specifici dell’evento di risposta all’influenza generata dall’orizzonte della pubblica opinione, se ne verifica l’intercambiabilità o l’univocità.
La mappatura si svolge lungo i tratti antropomorfi dei nuclei aggreganti, dinamici, che ancorano progressivamente formazioni di caratteri semistabili, privi di una posizione spaziale ricorrente e prevedibile. Le traiettorie sufficientemente vicine ad una coerenza rappresentativa sono centrali per la raccolta e restituzione in forma iconica dei dati oggetto dello studio.
I dati strutturati in pattern sono ricavati dalla conversione ASCII delle immagini sorgente che, attraverso un processo di ricerca di posizionamento, sono stati implementati nello spazio raster.
Così la “persōna“, per astrazione singolarità individuale, emerge da parametri specifici, ricostruisce l’unità fondamentale che nel significato identitario si auto-contiene. La rappresentazione visiva del carattere di una “persōna” è intesa come “prototipo conservativo”. Infine i gruppi di persone vengono confrontati in un “set” o un “repertorio”. Il metodo di confronto è un metodo per la risoluzione dei collegamenti percettivi che sviluppano trame e circuiti di sistemi di due o più relazioni tra prototipi. Il metodo ricerca correlazioni consistenti e sopravvenienti, ricavate in entrambe dalla disamina di una o più incognite, per es. la caratteristica x, in funzione dell’altra, e nel confrontare le espressività così trovate ottenendo un’equazione di 1° grado tra nuclei di fondamento, nuclei che, nella mappa ricavata, si intendono come nuclei cardinali.
Lo stato iniziale del sistema rappresentato può essere descritto come un tentativo di prevedere, con ragionevole approssimazione, il comportamento generale e l’entità delle correnti opinioni, in particolare quelle rilevanti e di riferimento, all’interno del narrato di risposta; un personale immaginario restituito dal personaggio. La natura carsica delle influenze ideologiche si esprime, emerge, attraverso una turbolenza del carattere restituito, tuttavia, le correnti non sempre univoche, appaiano di volta in volta casualmente significanti all’interno del prototipo conservativo. La posizione esatta di qualsiasi futura caratteristica, la sua coerenza più o meno convenzionale, è teoricamente imprevedibile in un tale modello.
La macchina ACP (Additional conservative prototype), nota anche come meccanismo di Fulcanelli, è un congegno per rilevare prototipi originariamente datato tra il 1897 e il 1910, mentre uno studio pubblicato nel 2022 ritiene che la calibrazione iniziale sia del 1 dicembre 1902. È ritenuto il più antico rilevatore di prototipi conservativi conosciuto.
I prototipi possono diventare ancora più esposti ai condizionamenti del sistema di riferimento nel caso di nuclei cardinali instabili. Di contro però un prototipo che si stabilizzi su nuclei cardinali incontrovertibili, quindi impossibilitati ad una modellazione che preveda un’evoluzione, agirebbe in una condizione di loop continuo e auto referente, un feedback positivo. I margini liminali, i confini di scarto casuali, randomici, sono i soli che possono coinvolgere il prototipo conservativo verso una dimensione esperienziale non comune.
In questi casi, l’azione di un evento non prevedibile, si traduce in una serie di traiettorie semi-casuali verso il sistema di nuclei cardinali che aggiungono tratti salienti di complessità pressoché infinita. Una mappatura, anche di una semplice porzione relazionale contenente una dimensione stocastica, può dare origine a modelli congrui e fecondi. Tali modelli, quando mappati in z, esprimono emblematici tratti salienti attraverso una varietà di prototipi conservativi.
Un sistema che tenga conto dell’efficacia dei prototipi conservativi e elabori le indicazioni ritenute Va quindi concepito un sistema che tenga conto dell’efficacia dei prototipi conservativi, elabori le indicazioni ritenute significative sui principali progetti motivazionali trasformandole in azioni applicate. Un seguito generativo al progetto.
Il tentativo di affrontare alcuni tratti, rispondenti ad un effetto di sorpresa e percepiti come fondamentali, è sicuramente apprezzabile, ma bisogna evitare di ricercare forzatamente un’aspettativa rispetto ad alcuni temi desiderati. Questi temi risulterebbero instabili, diventando totalmente marginali.
............................................. ............................................. ............................................. ............................................. ............................................. ............................................. ..................:#######:.................. ................-###***==#@*................. ................=@########@@................. ................@@@@@@#@@@WW-................ ...............-@WWW#@WWWW@W+................ ...............:@@@@=@@@@@@@@................ ................=W@WWW@@@@@*................. .................#WW@WWW@W=.................. .................:WW@@WW@#=*................. .................*#WWW@=**@WW@=-............. .............:=@W@==*****#WWWWWWWW@*:........ ..........#WWWWW@==##***#WWWWWWWWWWWWWW@-.... .........=WWWWWW=******=WWWWWWWWWWWWWWWWW:... ........+WWWWWW@******=WWWWWWWWWWWWWWWWWWW... ........@WWWWWW=******@WWWWWWWWWWWWWWWWWWW=.. .......*WWWWWW@=*****#WWWWWWWWWWWWWWWWWWWWW-. ......-WWWWWW@=******WWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWW@. ......*WWWWWW#****#=@WWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWW@. ......+WWWWWW#==***=WWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWW. ......WWWWWW@=*****#WWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWW. .....-WWWWW@##=#=**WWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWW.
For a theory of selective prototype preservation
Consider automatic prototype preservation as closely involved with the need to fix an origin. Explicit its function in matrices that preserve memory classes.
In the only possibility we have of making sense of living [∞ – ∞], through the expression of that sense so necessary, we prospectively arrange ourselves in a narrative. Thus, this perceived living unity necessarily reveals itself temporally. Inescapable constraint, time, reveals itself as the only tool to unravel the representation of the world and us. Yet time eludes any attempt at definitive narration.
In the cultural humus of the reborn isomorphism, and in front of a feeling of growing parcelling out of experience, of an overabundance of points of view, of interpretative keys, in an intellectual climate dominated by the complementary doctrines of syncretism and polymorphism, the automatic preservation of prototypes offers itself as a possible solution.
Members of the research team: Jospeh Conti, Quirino Fulcanelli, Ubu Roi