Quello che si rappresenta in modo chiaro nelle “umanazioni” è il percorso che ogni Lar intraprende per coinvolgere il corpo-dimora nel suo esperire con il mondo. È il tentativo di affermare la propria individualità che, lontana da quella forma parassitaria fino ad allora creduta, è invece necessario supporto alla confutazione del teorema del “doppio” nel quale i due aspetti: il Sé proprio-corporeo e il Lar agente in atto, si trovano senza congiunzioni subordinate, in un ordinamento paratattico, mediati unicamente nel punto di eccentricità orbitale. Così nella manifestazione paramnesica questo duplice significato dell’esistenza umana riesce a convivere.
Le carte, concepite come una rappresentazione somato-sensotopica, offrono la possibilità di individuare e seguire i loci topico totemici attivi.
A causa delle narrazioni perse in forza di una presenza “altra”, allorquando le condizioni offuscavano la nostra più intima ricordanza del Sé, veniva a imporsi la necessità di una guida sicura alla riscoperta dei percorsi dismessi, abbandonati, sprofondati nell’oblio.
Nella correlata disposizione iconica del territorio somatotopico, dell’eco-tassonomia, dell’architettura dei loci rimembranti, questi vengono descritti con un linguaggio diretto e familiare.
Nelle “umanazioni” risulta evidente la valorizzazione dell’orientamento proprio-corporeo. Le mappe rappresentano e organizzano, nonché orientano, all’esplorazione dei luoghi del Lar contemplando in pieno nei contenuti i seguenti aspetti:
- la ricostruzione architettonico-strutturale dei nodi connettivi logici in rapporto con la fisiologia del corpo;
- l’impatto socio-eco-ergonomico dei processi di valorizzazione del ricordo identitario;
- la rilevazione degli effetti di riconversione dei nuovi linguaggi nei luoghi visitati frutto della presenza del doppio nella comunicazione culturale tradizionale;
Adelmo Saliceti nel suo “Argomenti sulla Paramnesia” scrive delle Umanazioni del Baltieri: “E con placida inquietudine che esploriamo le somme vette dei bei pensieri, ammiriamo le coltivazioni industriose dei semi sapienziali che, necessarie, disponemmo e ben curammo nella nostra anima. Ci rallegriamo orgogliosi osservando la magnificenza delle costruzioni di pubblica utilità che diffondono nel nostro essere il senso più profondo della vita”.
Omne tulit punctum, qui miscuit utile dulci
Risulta ammirabile il tentativo da parte del Saliceti di attenersi alla prescrizione del Baltieri di “Omne tulit punctum”, ottenere cioè un consenso unanime in una narrazione delle rappresentazioni funzionali contenute nelle Umanazioni che, pur rispettando la chiara forma per immagini evocativa e tesa ad illuminare l’interesse del pubblico, riesce a raggiungere un equilibrio fra racconto metaforico e sentimento atmosferico in un’analisi dettagliata del territorio interiore. L’arte del Sé parte dalla natura stessa dei ricordi aggregati nel tempo e la trasfigura discernendo così i luoghi visitati per interposta identità (Lares) dai territori originari.
Cosa ispira, dunque, il Baltieri a rappresentare la pur già visionaria teoria dei vortici quali accessi nel processo della paramnesia attraverso le carte topografico-antropomorfe delle Umanazioni? Sagome anatomiche trasfigurate in impervi e polverosi sentieri, piste create tra la scommessa e l’incognita di un necessario passaggio che consentisse l’esplorazione di “territori” che, nell’immaginario comune corrente, erano sprofondati nell’oblio. Una ricerca che procedeva attenta e carica di meraviglia, soggetta al pericolo di contrarre, come esso stesso testimonia, la disastrosa caduta in luoghi comuni privi delle necessarie prove confutative.
La forma topografico-antropomorfa delle mappe somato-sensotopiche ben si presta a tale scopo; come riporta il Baltieri nel suo saggio “Territori umanati”, infatti: “E non indarno riconobbi il prezioso giovamento che fruttò dalle mie accurate e scrupolose indagini, la raccolta iconica dei segni delle apposizioni naturali diverse. Della qual raccolta, i sapienti viaggiatori delle mirabolanti scoperte, corredarono le proprie carte”.
L’umanazione divenne strumento privilegiato della narrazione del viaggio esplorativo intrapreso alla ricerca del Lar. Tale strumento consentì al Baltieri di sviluppare in maniera chiara il teorema del “doppio”, così che nelle sue riflessioni veniva ad emergere l’elemento sinergico. Stabilendo un rapporto di acclarata funzionalità delle soluzioni definite, così come specificato dall’impegno nell’opera di ricerca sulla paramnesia, si giungeva alla chiara consapevolezza di poter conquistare la dimensione ubiqua.
Essendo giunto a convinzione che il nuovo sistema della Umanazione oltre la sorprendente singolarità dei segni iconico-orientativi, di cui si è venuto definendo la potenza evocativa, offriva altri non meno chiarissimi vantaggi, sia per la facile possibilità d’illustrare per eccellente modo la teoria dei vortici di accesso alle pieghe laterali della bocca, sia per lo scopo di seguire il percorso che il Lar conduce con la finalità di impossessarsi delle funzionalità dal soggetto, impegnandosi in ogni maniera nel fare esperienza del mondo.
Questi vantaggi hanno persuaso la comunità scientifica a dare al sistema della Umanazione la preferenza sopra ogn’altro modello di narrazione della paramnesia.
Chiosa il Baltieri:
“Considerando che la descrizione da me datane è necessariamente sintetica ne’ limiti di un trattatello, sono convinto che all’intelligenza de’ più esperti ricercatori della forma paramnesica, potrà per senso di attrazione speculativa far nascere desiderio a taluno vivissimo.
Apertamente se tal ricercatore amasse pure, di ricrear se e con altri metodi siffatte paramnesiche esperienze rese sì frequenti e comuni, d’avere in ogni dove sott’osservazione il manifesto esprimersi della paramnesia nel soggetto, e il ruolo che ad esso il Lar fa eseguire, credo di far cosa utile esponendo nelle seguenti rappresentazioni con diversi particolari tutto ciò che compone una delle mie Umanazione”.
Una considerazione
“Umanazioni” è un termine che potrebbe essere utilizzato in diversi contesti, ma in questo caso sembra riferirsi alle manifestazioni o alle espressioni dell’essere umano. Un “Lar” potrebbe essere un termine usato in ambito filosofico o spirituale per indicare un essere spirituale o un’essenza individuale.
La frase sembra suggerire che il percorso di ogni Lar (o individuo) coinvolge il proprio corpo e la propria esperienza del mondo. In altre parole, il corpo e l’esperienza del mondo sono strumenti attraverso i quali l’individuo cerca di comprendere e interagire con l’ambiente circostante. Questo può essere visto come un processo di evoluzione personale, in cui l’individuo cerca di comprendere se stesso e il mondo in cui vive.
C.G.P-T