Della Paramnesia

La via dello spirito

Giovedì 17 ottobre 1962 ovvero 1817

Alla cortese attenzione del Professor Tildo Sacchini
presso la International School of true/false and other involved of sensed

Giovedì 17 ottobre 1962 ovvero 2012.

Caro amico, è salda in me la consapevolezza di aver raggiunto un risultato insperato nella mia ricerca. Credo di aver compreso infine le ragioni che ci inducono a vivere quelle particolari esperienze chiamate déjà vu, quei fenomeni psichici che, a buona ragione, rientrano nella condizione di alterazione dei ricordi chiamata Paramnesia. Ora, prima di esporti le mie conclusioni su questo particolare fenomeno, vorrei narrarti le vicende che mi hanno fatto raggiungere questo risultato.
Sono stato soggetto a déjà vu durante i miei viaggi durante i quali ricercavo indizi nelle fonti ebraiche sulla nascita della figura dell’angelo, in particolare nelle argomentazioni del Midrash. Spesso si sono rivelati dei brevi momenti nei quali, raggiunta la convinzione di una ripetizione, di una situazione già vissuta, ecco che una vertigine mi spingeva con forza al di fuori della condizione come si trattasse di una scena teatrale. Rimaneva in me una spossatezza e una profonda malinconia di cosa però proprio non ti saprei dire. Ma infine è di un’esperienza in particolare che ti voglio descrivere anche rischiando di apparirti come poco lucido. Un’esperienza direi centuplicata rispetto alle precedenti, mi avvolse per un giorno intero quando arrivai lo scorso Luglio a Venezia. Lo straniamento prima e, subito dopo un senso inquietante di familiarità delle calli e degli edifici che incontravo nel mio vagabondare e perfino l’aria, quell’aria pesante e salmastra con quel suo odore particolare mi sollecitavano delle emozioni forti e contrastanti, di un passato perso e ritrovato. “Sono a casa!” Mi dicevo e però, al contempo, mi rendevo conto dell’assurdità di tutto questo. Era a prima volta che sbarcavo in questa città. Camminavo con sicurezza tra le calli, mi emozionavo davanti ad un ponte, ero euforico davanti ad un portone e impaurito davanti ad un altro. Una girandola di emozioni che, in un crescendo, si impossessavano di me. Potrei definire tutto questo come una follia esaltante! Tre giorni mi sono consumato nell’angoscia e nella profonda nostalgia prima di tornare pienamente padrone di me stesso.
Ti allego gli appunti della mia ipotesi.

Joseph Conti

Buonamico Buffalmacco, Trionfo della Morte, affresco, Campo Santo di Pisa, 1336-41

Come avviene tutto questo? La mia conclusione è che l’accesso di uno spirito esterno avviene in persone predisposte alla compassione, persone che, in quel particolare momento, vivono una qualche emozione intensa. Tecnicamente poi il meccanismo della possessione avviene attraverso il cavo orale, piccole correnti circolari che avvolgono la bocca, seguono traiettorie che descrivono la spirale logaritmica di Descartes.
Quel particolare del passaggio attraverso la bocca ha una ricorrenza significativa in molti testi antichi. Secondo il Midrash, l’angelo della Morte viene descritto come un essere con numerosi occhi che ricoprono il suo corpo ma soprattutto possiede una spada dalla cui lama goccia il fiele. Ed ecco che gli eventi si concentrano appunto sulla bocca. Al termine della nostra vita l’Angelo fa cadere una goccia del liquido nella nostra bocca causando la morte. Al sopraggiungere della morte l’anima esce dalla bocca. L’Angelo poi si pone a guardia per impedire all’anima di fuggire. Ora stabilito il percorso che consente all’anima di fuoriuscire dal corpo è chiaro che tale dinamica può essere concepita anche al contrario, cioè come possibile accesso di uno spirito nel corpo.

William Blake (1757 – 1827), Death of the Strong Wicked Man, 1813

Del gioco che dice di essere

Quando l’anima che vaga in dimensioni a noi sconosciute e lontane, spinta dalla forza ineludibile della nostalgia, si porta vicino al nostro corpo che in quel momento è pervaso un moto d’affetto, si introduce in noi attraverso la bocca sfruttando il respiro. E allora la presenza prende possesso dei nostri organi e attraverso il loro esistere, anch’essa esiste e gode, e soffre,e in breve, rivive una parte della sua vita! Tutto questo non dura a lungo, forse perché, anche per l’anima come per noi, è un’esperienza troppo intensa.

Ho anche messo a punto un modello matematico che, basandosi sulle teorie del Caos e le dinamiche non lineari, che, come ben sai, Poincaré teorizzò nei suoi studi fondativi, utilizza le dinamiche degli “attrattori strani”. E appunto ripercorrendo questi studi fino alle conclusioni di Lorenz sulla sua equazione non lineare che descrive i fenomeni atmosferici che sono arrivato a descrivere un mio modello. Ora, nelle mie ipotesi, questo modello che ho chiamato dei “sentimenti atmosferici” individua l’origine di questi déjà vu in piccoli vortici d’aria che si creano quando dei sentimenti, in modo imprevedibile, si rivelano a noi creando stupore e meraviglia.

Caro e prezioso amico, sarò franco, non credo di poter affrontare da solo la sfida che mi si prospetta, le forze sconosciute e poderose che mi si parano innanzi sono per me motivo di sconforto e di profonda oppressione. Ho qui, vicino a me, il reperto 2585 che tanto mi ha ispirato e della cui storia posso dichiararmi a tutti gli effetti il più esperto. Eppure sento che ancora non tutti gli aspetti di un sì bizzarro meccanismo sono disvelati. Questo reperto non presenta la demarcazione delle temute discordanze degenerative, e non offre affatto il movimento sottrattivo che pure in similari composti ci si aspetta e si ottiene.

Joseph Conti, Studio sulle traiettorie insufflatorie, mediante la spirale logaritmica di Descartes,1942

I percorsi che nell’aria disegnano spirali, vortici dovuti all’incontro di aria fredda e aria calda. Ecco dove ho trovato la rispondenza alla mia tesi. I percorsi del calore che si manifestano agli angoli della bocca. Ci sono problemi aperti nella mia conoscenza del tracciamento fisico, nella corrispondenza della sovrapposizione. Lacune che mi suggeriscono i motivi per i quali non tutte le corrispondenze esistenziali sono coincidenti, simmetriche. Le mie tesi hanno ancora bisogno di sostanziali revisioni. Sono piccole evoluzioni delle correnti aeree che confluiscono all’ingresso della bocca. Il legame è molto significativo, manifesta nella “forma mentis aphanastica” tutta l’evidenza della sovrapposizione di identità diverse.
L’identificazione dei legami avviene attraverso il composto catalizzatore che illumina il tracciato di quei percorsi termici. Il difetto maggiore credo sia il pensiero mediano…

Guarda la morente, e vedi come la sua anima già si stacca salendo fuori dalla bocca dello stomaco che è la consueta via d’uscita dell’anima quando questa si separa dal corpo.

Mataele (GVG 4°/128) di Jakob Lorber

Hlsan