Sottrarsi al tumulto del Lar e alla distrazione delle memorie acquisite
I fenomeni di recessione e di mutazione furon dovuti ai due movimenti della dialettica delle opposizioni principiati dal Lar errante. Abbiamo veduto come questi fenomeni si spieghino ugualmente bene sia ammettendo nella coscienza i due movimenti che vi appariscono, sia ricorrendo a due moti antitetici del nostro io, ormai silente, e del Lar che lo incalza.
La recessione e la mutazione sono comuni a tutti i corpi assoggettati al Lar errante; dacché sarebbe una stravaganza questa cospirazione di tutti i corpi condivisi in due altri moti affatto diversi dai loro propri convincimenti d’esser unità verace; a meno che non volesse con maggiore stranezza credersi che tutti sono asserviti al capriccio di un corpicciuolo esterno sconosciuto.
Con una scelta focalizzata sulla nota teoria delle remissioni, si espone chimicamente aggiornato il processo dell’accasamento, in cui si palesa l’idea che la corrente spiralica sia un fenomeno che riguarda una formazione ondivaga di fluido in movimento denominata Lar errante.
Sono infatti continui i disturbi, che indicherebbero il manifestarsi in un sé scisso, sdoppiato appunto, il germe di cotal presenza.
Il rapporto del fluido elettrico con i corpi conduttori e non conduttori fornisce l’occasione per descrivere con precisione un nuovo strumento tecnologico dal grande futuro: la macchina elettrica, ovvero un prototipo di macchina ad influenza che funge da generatore di elettricità:
Ma la progressione della occupazione delle vitali funzioni si serve di un soffio sottoforma di corrente spiralica, un’osmosi del Lar nella nostra identità, sia che questo processo si comunichi direttamente per mezzo dell’aria o di qualche altro fluido. Allorché esso prende il corpo, produce nell’anima una disposizione a sospetto, di cui è difficile chiaramente determinare le conseguenze, intorno però le quali possono istituirsi parecchie ragionevoli congetture.
In simil modo avvicinati due soggetti, l’uno il nostro sé e l’altro il Lar, sottoposti a un’osmosi progressiva, condividono, forse attraverso un fluido mesmerico di tal magnetizzatore spiralico, il rammemorare che in tal modo nel soggetto diviene, a tratti, straniero, incompreso, fonte di stupore e angoscia.
Tale è, da parte del soggetto, la comprensione dell’accadimento, che al mondo esterno tale sommovimento apparirebbe un confuso andirivieni d’umore e nulla più.
Questa analogia, se costituisce una dolorosa prova del quanto manca all’ uomo per giungere all’intima conoscenza delle cause, può alla sua volta incoraggiare gli studiosi di paramnesia, e meritarsi l’attenzione degli scettici.
Non possiamo far a meno di riflettere che le spiegazioni comparative possono essere formalmente confutate in special modo se si accetta l’uso necessario delle “umanazioni”; e si è che nel caso della mappa magnetica, da noi in altra sede descritta, il soggetto mappato e magnetizzato sul quale perveniva la sensazione, attraverso la distribuzione di traiettorie coassiali, non era a conoscenza di questa, giacché nel processo di auto-riconoscimento ovvero di rammemorazione, questi, dichiarava che non riconosceva tale flusso come proprio.
Questa contiguità di memorie parallele, che non trovasi nella singolare e sana coscienza di sé, né fra le parti del corpo umano sofferente ancorché saldo nell’identità, costituisce una differenza di assai grave momento tra il singolarissimo fatto descritto dell’uso delle “umanazioni” e gli altri portati a paragone nella letteratura medica.
Però il paragone riprenderebbe del valore in appoggio della ipotesi enunciata, qualora si ammettesse che l’apparente interruzione dei ricordi personali riconosciuti e quelli stranieri costituirebbe una condizione di equilibrio artefatto. Uno stato di coesistenza incosciente tra il soggetto paramnesico ed il Lar, una condizione alla quale viene tolta dal contatto e dall’osmosi del rispettivo fluido nerveo che forma atmosfera intorno al loro corpo. Qualora poi il soggetto paramnesico si opponga alla visitazione di memorie straniere, a guisa di uno straordinario atto volontario, interromperebbe ipso facto la sopravvivenza stessa del Lar.
Osservando che il fluido imponderabile riconosciuto quale primo fattore nei fenomeni paramnesici è il vitale processo di respirazione come ché nulla potrebbe impedirlo, pena la morte si evince che la nostra osservazione cadrebbe da sé, e la spiegazione comparativa presentata sostegno dell’ipotesi della memoria condivisa riacquisterebbe pienamente la sua forza.
Ma questo imponderabile e potentissimo sostegno che offrivano le umanazioni non era da adottarsi nella perigliosa situazione di quei paramnesici già scissi e combattuti nella propria identità, imperciocché lo sdoppiamento di essi, e le complicazioni, e il languido soffio vitale ad ogni istante minacciato, reclamavano soccorsi più pronti e decisivi che l’uso delle “umanazioni” non fosse, il quale, innanzi che giovi, deve a centinaia di esplorazioni proiettive e per molti e molti giorni inanimare le intorpidite nervee fibrille.