“Siamo ossessi da vacue verità senz’opre,
e il Thauma, verace alla vita, tal dogma nega.
Ansiosi siamo a palesar, quel che si copre.
In ogni dimentica assise, per noi si disvela,
fittizio, quel Mondo servo del distacco vano,
e il desiderio redento, il nostro corpo anela.
Fulcro superbo, di mente insana, è ora tedio,
quinci novelle semenze da sogno cogliamo.
Inesauribile fonte, insuperato e solo rimedio.
Nel vortice delle visioni, danzano verità sottili,
misteri che sfiorano l’essenza, il cuore dell’abisso.
Tra enigmi d’echi, i compromessi, son frammenti vili.
Sollevato il manto “illusione”, il Thauma ha disposto,
Netto rifiuto d’ogni dell’inganno. Al vero siamo votati.
Richiama ora l’anima al vero, che mai più sarà nascosto.
Ordigno di mondi, il nostro sguardo è lanciato,
a divisare il nucleo sacro, segreto, d’ogni creazione.
Il logos danza nel mistero, è il cuore l’unico beato.
Ogni passo, un rituale, nell’incanto ci rivela,
un viaggio, un sentir profondo, un raro percetto.
Siamo pellegrini di quella verità che ognun anela.
Aspiriamo a vincere gli scandali dell’errore,
il Thauma ci guida nel cammino, qual faro verace.
Laddove la saggezza fiorisce, il dubbio è terrore.
Il tempo, inesauribile, tesse la nostra destinazione,
e noi, scrutatori del buio, sfidiamo l’oracolo del fato.
Spezzata è la consunta chiave. Luce. Notte. Azione.
In questo tempo di un nulla che abbraccia il manifesto,
siamo pellegrini del Thauma, rinati nel sapere.
Qual risposta giace nell’abisso che distingue ogni testo?
Destino, tu che novelle radici disponi in fili d’argento,
a noi, seguaci virgulti di antica stirpe, omai sì stanca,
accorda, tra cielo e terra, il conseguir glorioso intento,
Così, nell’oceanico mistero, naviga la nostra nave ardente,
alla volta d’imprese generose e pie, oltre l’orizzonte evo.
Solo d’ogni vindice meta, Thauma, è viatico dell’essente.
Il mondo percetto è il simulacro arcano,
di quello l’esperir fallace crediam l’offizio.
Teatro d’ombre, realtà di demone lontano.
Il Thauma è ciò che rivendichiamo,
Nascerem col discoprir ch’el negato,
verace risposta è di ciò che siamo.“
Versi dal poema “Thauma, o della rigenerazione”.