Condizioni per la sua produzione e diffusione.
Al di là della gestione e regolamentazione privatistica dei rapporti negoziali previsti, l’applicazione dell’asfalto ego-connettivo consente allo spazio pubblico di beneficiare, come si accennerà in seguito, dell’attività svolta dalle superfici interessate di assume efficacemente la forma della consuetudine amica e protettrice, forma alla quale facilmente e convintamente si affida la persona priva di abitazione, che nello spazio pubblico ha l’unico spazio disponibile per sostare.
Piccola è la porzione di vita che viviamo, infatti tutto lo spazio rimanente non è vita ma tempo.
Lucio Anneo Seneca, De brevitate vitae, 49 d.C.
Ipotesi: esplorare e rafforzare la viscosità cinematica a 135°C mm 2 /s EN 12595 ≥ 370 contemporanea in un contesto sordido.
Per una piattaforma discorsiva per riflessione sulla simbiosi tra il Sé e l’asfalto attraverso una esplorazione sulla valenza intellettuale e critica dell’analisi chimica. I bitumi presentano una percentuale in peso di carbonio e di idrogeno intorno rispettivamente all’80% e al 10%. Collegare e rafforzare il discorso contemporaneo sul formato autonomo del rifugio stradale e il manto stradale. Secondo la legge sulla realizzazione della sosta peripatetica assistita da minimo due assistenti curatoriali si ritiene che non possano esistere due superfici di asfalto composte di bitumi identici chimicamente, questo perché la composizione chimica della materia è relativa al tipo di composizione che assume il petrolio grezzo (origine primaria) compresa la datazione dell’estrazione nonché il processo di raffinazione subito, dalle reazioni che subisce oltre le responsabilità professionali per il quadro concettuale, nonché le opere podologiche e progetti d’artifici mimetici decisi e concordati con il detentore dello spazio di sosta, durante il suo utilizzo sul nostro tempo contemporaneo. Create l’interesse e il coinvolgimento da parte del pubblico locale, così come ampio pubblico astante, dove esprime un frammento temporale durante il percorso dato.
Sempre più necessaria sarà l’esperienza e il desiderio di lavorare in una squadra, grande capacità lavorativa, focalizzazione sul progetto e capacità di realizzarlo. Partecipare allo sviluppo di un programma di mediazione stradale esistenziale di passaggio nella sfera pubblica, nonché alle pubblicazioni che vengono prodotte.
Le controversie mediatiche che circondano il lavoro puntano ad uno sviluppo relativamente recente della storia dell’asfalto ego-connettivo, infatti per poter utilizzare tale asfalto, dopo essersi forniti di pani d’asfalto (bitume purificato e farina d’asfalto) si dovrà passare alla fusione; con una aggiunta di sabbia e di ghiaia. La difficoltà si evidenzierà nel tentativo mediante onde gamma di inoculare la propria traccia storica nella massa bollente e semifluida, durante la colata sulla superficie da coprire, prima distesa e poi compressa.
Mentre le forme di archetipi personalizzati proliferano nel magma ancora caldo, ognuno dovrà porre la massima attenzione e lavorare di più per distinguersi nella narrazione del Sé.
Ecco perché il marciapiede realizzato con asfalto ego-connettivo è attualmente allineato con le panchine di sosta provvisoria e perché molte delle gallerie e dei musei del mondo salvano i loro migliori tempi di attesa per la moltitudine dello stazionamento esistenziale. Il particolare interesse è dovuto alla capacità di tali ambienti di essere maggiormente sensibili e attenti al ruolo e al rilievo che la narrazione del Sé svolge nelle aree di stazionamento esistenziale, attraverso l’esperienza e la competenza della nostra ricerca sperimentale.
Ricorre anche la consapevolezza che il marciapiede e la strada vengano incatramati a immagine e somiglianza delle isole del non-pensiero ma ciò non è esatto: il manufatto di asfalto ego-connettivo è un pensiero auto-consistente, dal comportamento liquido, denso nella consistenza e capacità di auto-referenzialità. Il suo spirito linfatico si ottiene dalla distillazione del legno, lignite, ossa, carbon fossile, ecc. L’espansione dell’asfalto ego-connettivo è un evento esperienziale pubblico.
Uno dei temi centrali del lavoro di ricerca e applicazione dell’asfalto ego-connettivo è il tentativo di “normalizzare” lo stato minacciato del soggetto che decide per lo stazionamento esistenziale. Di fronte alle sollecitazioni del flusso anonimo perpetuo, il collocarsi spazialmente in senso ortogonale sempre più “assorbe” in superficie il visibile in virtù della sua propria assenza formando così nel soggetto la convinzione che il non-luogo che lo circonda è una minaccia subdola e imprevedibile.
Collocato nella giusta misura l’asfalto ego-connettivo assume rapidamente la forma della consuetudine amica e protettrice e come se scartata e dissolta con la sua venuta, l’area del non-luogo muta e si arricchisce di riferimenti archetipici personali, in continua e rapida evoluzione genera produzione di identità.
Rilevazioni e collegamenti coassiali generati dall’asfalto ego-connettivo.
Sono stati definiti alcuni modelli nella sperimentazione dell’asfalto ego-connettivo a partire dalla teoria della “etico-estetica” attraverso varie composizioni e aggiunte sono stati realizzati i composti più diversi. Per applicazioni sia interne che esterne. In caso di pavimento interno si può pensare, ad esempio, ad un intercapedine per comportamenti rimossi a causa anche di osservazioni accidentali, o ancora ad un ufficio pregresso marginale. Ma anche per applicazioni all’estremo è l’asfalto ego-connettivo che con l’opera di Parke 44k, considera molti modi risolutivi per gli artisti dell’esistenza provvisoria di creare, reinventare e parlare nei propri contesti contro uno sfondo di esperimenti e antagonismi istituzionali.
Consideriamo a esempio l’uomo che non indossa scarpe e striscia lungo l’asfalto di cottura con le calze sulle mani. Noi sappiamo che l’asfalto caldo di miscelazione viene applicato a temperature di 200-250 ° C (95-120 ° C), con conseguente riduzione dell’utilizzo di energia e delle emissioni di composti organici volatili. Ecco che l’utilizzo dell’asfalto ego-connettivo evita questo inconveniente e si rimuove con alcune barriere somatotopiche modellate per l’occorrenza, la superficie della strada scorziante.
Afferma un convinto assertore dello stazionamento esistenziale: “Qualcuno che striscia lungo la strada quando è di oltre 100 gradi – non sopravvive senza incorrere in ustioni di terzo grado!”.
Eppure, per la maggior parte delle persone, il fondersi del piano stradale è per lo più evitabile grazie l’utilizzo dell’asfalto ego-connettivo.
Per Parke 44k l’asfalto ego-connettivo è diventato il mezzo per riconfigurare la logica coassiale delle relazioni del primo grado con i gradi successivi del Mondo. Parke 44k esplora il significato filosofico dei processi di auto-modellazione dell”asfalto ego-connettivo e delle condizioni contemporanee di esposizione, descrive come un ottimo contributo alla sperimentazione è dato dall’artista che recupera il marginale non riconosciuto del rimosso come centro del Mondo.