La dilatazione del tempo
Nelle introduzioni elementari alla Teoria delle Remissioni la dilatazione del tempo viene spesso dimostrata ricorrendo al cosiddetto “orologio perspicuo corporalis”. Si tratta di un orologio biologico, costituito da un Lar che emette brevi impulsi di consapevole presenza verso uno specchio estroflesso. Si scandisce in questo modo il conteso terreno che si viene a porre sopra la vita stessa.
Gli impulsi coscienti vengono riflessi e tornano quindi verso lo spazio limbico. La durata di un percorso completo di andata e ritorno può essere usata come base per scandire il tempo delle ore immense. Questa scansione temporale costituisce e vivifica il processo delle Remissioni.
Aspettare il compimento delle Remissioni nel caso del manifestarsi del Lar è forse l’unica vera soluzione al problema.
Solo attraverso la contemplazione possiamo giungere alla cognizione del Lar, un ente effimero, un essente impalpabile ma calato nel tempo nostro e pienamente esistente.
Quanto egli si mostri ostinato a voler tornare ad esistere in carne e sangue oltre che in spirito non può da noi esser ignorato. Dall’istante infatti che il Lar perse la sua terrena esistenza e si trovò al di fuori dal sentiero della vita, volendo esser ancora e ancora vivo nel mondo, tra gli affetti consueti e famigli, si mise in cerca di un albergo.
Ebbe certamente ad essergli stato odioso quel momento finale, allor quando trovandosi nello stato di abbandono, dovette dismettere ogni propria memoria cara.
Legami sentimentali di forza non comune gli consentirono di incatenarsi inesorabilmente alla terrena regione dove il suo affetto era ed è ancora presente.
Il Lar aveva incatenati i sentimenti suoi a quei luoghi. I ricordi, che formavano tutto il racconto di sé, si avviluppavano tra le scene rappresentate nel corso della vita che ora, tutte lì innestate nel tempo e nella storia, testimoniavano di quella sua forte volontà di sopravvivere, a non soccombere all’oblio.
Nel celebrare empatiche rimembranze si rafforzava così il suo convincimento, la sua identità. Con atti proditori, legittimi ai suoi occhi, progettava di servirsi di quelle forme vive a lui prossime. Atti necessari per assicurarsi la propria conservazione. Era, ed è, convinto di salire al non-tempo dove, esponendo i propri diritti e le proprie ragioni, si affermerà.